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Il Cilento, terra di acque cristalline, villaggi arroccati e borghi di pescatori, preziose testimonianze storiche, alture, castagni, ulivi, eccellenze gastronomiche ed una delle cucine più buone e sane d’Italia, è inevitabilmente destinato alla fama internazionale. Ma fortunatamente, per il momento, la maggior parte dei viaggiatori stranieri continua ad arenarsi nella Costiera Amalfitana lasciando questa bellissima sub-regione della Campania agli intenditori delle vacanze dove l’essere è anteposto all’apparire.

Qui, nell’antica Magna Grecia, i ritmi sono “slow” per fiera scelta di vita e la disastrosa viabilità un valore aggiunto che aiuta a preservare spazi e luoghi. Naturalmente chi opera nel settore turistico vorrebbe infrastrutture adeguate e politiche valorizzanti, ma in fondo, come ci hanno spiegato molti addetti ai lavori, il Cilento è speciale anche perché impervio, poco sviluppato e fedele alle sue tradizioni. Per scoprirlo senza fretta (parola che in queste latitudini non è parte del vocabolario), visti anche tempi di percorrenza piuttosto lunghi nonostante le distanze siano relativamente brevi, considerate almeno quattro giorni in quanto da Paestum a Marina di Camerota passando per Agropoli, Pioppi e l’entroterra, le gemme da vivere, vedere e assaporare sono davvero tante. E le persone – di una cortesia e gentilezza fuori dal comune – hanno spesso segreti da condividere con il viandante.

  • 1. Templi greci di Paestum
    Jamie Plummer
    Argonauti, templi e bufale – Il Parco Nazionale del Cilento e Diano comincia a Capaccio ma l’iniziazione spirituale-gustativa avviene a Paestum tra monumentali templi greci, aziende agricole gioiello con prodotti di straordinaria bontà. La foce del fiume Sele, punto d’approdo della mitica nave degli Argonauti, rappresenta l’incipit di un itinerario lungo le orme del passato, antiche credenze popolari e luoghi di culto. Dopo una visita al Tempio di Nettuno nel Parco Archeologico di Paestum, la tappa da non perdere è il Caseificio Vannulo. L’unico modo per assaggiare ed acquistare le straordinarie mozzarelle (dolci più che sapide, consistenti al morso, profumate di latte e completamente diverse da quelle casertane ndr) – data la scelta di non esportare il proprio prodotto neanche a Salerno – è recarsi nella splendida tenuta composta da stalle, palazzo aristocratico, prati verdi e bougainvillae, e pranzare nel nuovo spazio degustazioni per poi concludere l’esperienza con un gelato al latte di bufala.
  • 2. Cilento
    Jamie Plummer
    Cilento Manhattan solo andata – Le migliori verdure sott’olio del mondo sono a cura di Maida; una piccola azienda biologica a conduzione famigliare nei pressi di Capaccio e fornitore delle più sofisticate (e costose) gastronomie del mondo tra cui Dean&DeLuca di New York. Le primizie includono marmellate bio, passata di pomodori gialli, carciofini piccoli, broccolo friarello napoletano e cipollotto nocerino grigliato. Altra perla da non perdere è Santomiele che all’interno di un’insospettabile casa nel cuore di Prignano arredata in stile minimal-industriale, propone fichi bianchi del Cilento lavorati a mano e declinati in varie forme e creazioni tra cui una straordinaria melassa.
  • 3. Opera di Ortega
    Jamie Plummer
    La Casa di Ortega – Detestava Francisco Franco, ripudiava il fascismo in tutte le sue forme ed esprimeva il proprio dissenso attraverso l’arte. Allievo di Picasso e anima colta e tormentata, Josè Ortega si trasferì a Bosco – paesino famoso anche per la maioliche che raffigurano i moti risorgimentali del 1828 – nel 1980. La sua villa dalle atmosfere moresche e la Casa Museo a lui dedicata ripercorrono il pensiero artistico e filosofico dell’artista e scultore spagnolo, che del Cilento e i suoi abitanti disse: “Sto bene con voi, perche qui ho trovato un’angoscia e una miseria che sono quelle della mia gente. Sono rimasto perche la pelle dei braccianti è scusa e secca, come quella dei contadini spagnoli”.
  • 4. Il Vecchio Casale a Vatolla
    Jamie Plummer
    Locande e Agriturismi – Affascinanti rifugi per dormire il sonno dei giusti avvolti da storia, bellezza e tradizioni. Oppure dimore del diciannovesimo secolo tra ulivi e macchia mediterranea con vista montagne e Tirreno. A Paestum, nell’Agriturismo Seliano della Famiglia Bellelli – i cui avi sono ritratti in un quadro di Degas esposto al Musèe d’Orsay di Parigi- le nostalgiche foto alle pareti raccontano dello sbarco americano del 1944 e le confortevoli camere, una diversa dall’altra, sono arredate con mobili d’epoca. Ettore Bellelli, che gestisce la struttura con garbo e attenzione, ha anche un allevamento di circa mille bufale – uno dei pochi della regione con ampi laghetti artificiali dove gli animali trascorrono intere giornate – davvero molto interessante da visitare. Altrettanto speciale è il soggiorno all’Agriturismo Vecchio Casale a Vatolla di Perdifumo. La cucina della signora Anna è strepitosa sia per l’esecuzione che per la qualità delle materie prime. L’ambiente è informale, curato e rilassante, la piscina è incorniciata da prati verdi ed ulivi mentre il panorama dalle stanze rustico chic include Capri, Salerno e la Costiera Amalfitana con tramonti come dipinti dalle finestre. Ed al mattino, l’abbondante colazione con prodotti locali e vista del Cilento con la luce di taglio è il perfetto connubio di relax, bontà e poesia.
  • 5. La Grotta Azzurra di Palinuro
    Jamie Plummer
    Grotta azzurra a zero emissioni – Sedotto e abbandonato dal Club Med, Palinuro – il luogo dove il vento gira – è una delle località balneari più famose del Cilento. In questo tratto di costa, molto temuto dai greci per l’intensità delle correnti, Virgilio ambientò un episodio dell’Eneide ed il promontorio di roccia calcarea scavato dall’acqua alterna insenature, spiagge e grotte. La più famosa è la Grotta Azzurra illuminata dalla luce naturale del sole attraverso un tunnel sottomarino ed il modo più ecologico per visitarla è la barca di Alessandro spinta, all’occorrenza, da un motore elettrico in modo da non contaminare le bellezze naturistiche con i gas di scarico. Il tour parte dal Lido da Alessandro ed oltre alla grotta si circumnaviga il promontorio con soste all’arco naturale e la baia del Buondormire.
  • 6. Angoli del Marulivo
    Jamie Plummer
    L’eleganza di Pisciotta – Man mano che si prosegue verso sud, il Cilento diventa più scenografico e selvaggio. Superata la lunga spiaggia di dune a Marina di Ascea e la famosa punta del telegrafo, una strada dissestata – formalmente interrotta ma percorribile – conduce al magico paese di Pisciotta; vicoli labirintici, gatti paffuti, panni stesi, palazzi nobiliari, dimore storiche ed una vegetazione che dirada dolcemente verso il mare. La vista sul sole che scompare nel blu, l’atmosfera rilassante e raffinata e gli eleganti arredi in stile tradizionale con un tocco di contemporaneità sono alcuni degli elementi caratterizzanti del sofisticato Hotel Marulivo – considerato da molti Le Sirenuse del Cilento ma con prezzi di almeno cinque volte più bassi – che ha contribuito a rendere Pisciotta una destinazione internazionale ma ancora – e speriamo per molto altro tempo – esente da folle e negozietti di souvenir in avvilente sequenza.
  • 7. Cala degli Infreschi
    Jamie Plummer
    Cala degli Infreschi – Pulita, scintillante, fresca e trasparente. L’acqua più bella di tutta la costa tirrenica è probabilmente a Cala degli Infreschi. Un golfo protetto dalle correnti con vista Calabria e Basilicata che può essere raggiunto a piedi in circa un’ora di cammino oppure con i gozzi rossi e bianchi della Cooperativa Cilento Mare che salpano dal porto di Marina di Camerota. Il consiglio è di arrivare il più presto possibile in quanto la spiaggia è piccina ed orientata a sud-est e quindi alle cinque del pomeriggio è già tempo di ombra.
  • 8. Scialatielli alla Cilentana
    Jamie Plummer
    La filosofia “slow” di Vito Puglia – Volete conoscere aneddoti e origini della cultura gastronomica del Cilento? O magari scoprire quando e come sono nati i Presidi Slow Food campani quali la colatura di alici di Cetara, il carciofo violetto di Castellamare e capire come vengono pescate e lavorate le costose (e squisite) Alici di Menaica? Se la risposta è affermativa prenotate un tavolo da Perbacco. Vito Puglia vi accoglierà con un bicchiere di vino biologico e tutto il suo savoire-faire all’interno del rigoglioso giardino con vista mare dove l’anima si rasserena e ci si sente pervasi da un senso di leggerezza e felicità. Vito, precursore del movimento “Slow Food” a cui non dedica più anima e corpo per divergenze di visioni e opinioni, è un sopraffino oratore e custode di molte storie e pratiche tradizionali. Non che erudito proprietario di uno degli indirizzi più rinomati di tutta la Campania. Uno degli aspetti più memorabili della cena sono le luci dei piccoli pescherecci – impegnati nella pesca di alici – come tante stelle nella baia.
  • 9. Dieta mediterranea
    AGF
    Pioppi e la Dieta Mediterranea – Nei suoi giorni a Pioppi, il nutrizionista Ansel Keys scoprì una correlazione tra la longevità degli abitanti e un’alimentazione basata su frutta e verdure di stagione, pesce azzurro, legumi e poca carne. Se fino a circa quarant’anni fa il rispetto dei cicli naturali della terra era l’unica forma di nutrizione possibile, l’avvento delle multinazionali ha compromesso la salute di molti attraverso l’introduzione di pratiche velenose, sovra-produzione a tavolino e l’escalation di cibi precotti e confezionati. Il Cilento, innamorato della sua storia ed ancorato nelle sue abitudini, si rifiuta di adottare il modello “grande distribuzione” continuando a produrre cibi biologici e mangiare secondo la naturale disponibilità degli ingredienti. Per questo motivo, ristoranti come Perbacco e Angiolina a Pisciotta, il Vecchio Casale di Perdifumo e Lu Vottaro a Trentinara sono patrimoni dell’umanità da supportare e salvaguardare.
  • 10. Agropoli
    Jamie Plummer
    Borghi e Villaggi – Se il film “Benvenuti al Sud” ha consegnato le luci della ribalta a Castellabate, tutto il Cilento è costellato di borghi e villaggi da non perdere. Arrivando da nord, la prima tappa è Agropoli; castello panoramico e viuzze con vista Tirreno colorate da piante e fiori. Proseguendo lungo la costa si arriva ad Acciaroli; una delle mete più ambite del Parco Nazionale che in alcuni punti, per architettura e cromie, ricorda un po’ la Provenza. Se passate accanto alla Parrocchia di Santa Annunziata, non perdetevi i fantastici “cuoppi” con fritto di paranza. Splendido e sofisticato anche il borgo di Torchiara, famoso per i palazzi baronali e borbonici e la Chiesa del Santissimo Salvatore. Altro villaggio stupendo per posizione e planimetria è Trentinara situato all’estremità settentrionale del parco. Qui, tra quiete atmosfere medioevali si ammirano tramonti sul mare e si parte per escursioni a piedi nella zona di protezione speciale del Monte Vesole.
10 motivi per cui vale la pena andare (e mangiare) in Cilento almeno una volta nella vita

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